Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34923 del 17 settembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:34923PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il reato di ingiuria, anche se accertato nel merito con motivazione congrua ed esente da vizi logici e giuridici, è estinto per intervenuta prescrizione, non ricorrendo i presupposti per l'applicazione dell'art. 129 c.p.p., comma 2, che consente l'assoluzione nel merito per essere il fatto non previsto dalla legge come reato. Pertanto, la sentenza di condanna deve essere annullata senza rinvio per tale reato, mentre rimane ferma la condanna al risarcimento dei danni per la contravvenzione di cui all'art. 674 c.p. in favore della parte civile danneggiata da tale illecito. La pronuncia di espressioni offensive, pur accertata sulla base delle dichiarazioni delle persone offese, non integra il reato di ingiuria quando il relativo procedimento è estinto per prescrizione, non potendo in tal caso trovare applicazione le esimenti della ritorsione e della provocazione, la cui prova risulta comunque carente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PI. LI. FE., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 12/05/2005 CORTE APPELLO di GENOVA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIZZUTI GIUSEPPE;

sentito il P.G. Dott. D'ANGELO Alfonso di Roma, in sostituzione dell'Avv. PERFETTI Franco.

MOTIVI DELLA DECISIONE

PI. Li. Fe. ha proposto, per mezzo del difensore, ri…

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