Cassazione penale Sez. V sentenza n. 5027 del 8 febbraio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:5027PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel confermare la condanna per il reato di minaccia grave, afferma che la valutazione della gravità della minaccia deve essere effettuata tenendo conto della concreta percezione di pericolo e di turbamento da parte della persona offesa, a prescindere dall'effettiva capacità dell'autore di realizzare la minaccia. Pertanto, la minaccia deve ritenersi grave quando, sulla base delle circostanze del caso concreto, abbia determinato nella vittima uno stato di ansia e paura tali da indurla a richiedere l'intervento delle forze dell'ordine, a prescindere dalla plausibilità o meno che l'autore intendesse realmente nuocere. Inoltre, la mancata rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale in appello può essere censurata in sede di legittimità solo in presenza di lacune o manifeste illogicità nella motivazione della sentenza impugnata, che sarebbero state presumibilmente evitate con l'assunzione o la riassunzione di determinate prove, circostanza che non ricorre nel caso di specie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 588/2013 CORTE APPELLO di TRIESTE, del 22/10/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/12/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPUTO;
Udito il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione Dott. MARINELLI Felicetta, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con sentenza…

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