Cassazione penale Sez. II sentenza n. 34483 del 29 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:34483PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando la minaccia di un male è prospettata come certa e realizzabile ad opera dell'agente o di altri, ponendo la vittima nell'ineluttabile alternativa di subire il male minacciato o di far conseguire all'agente il profitto preteso, indipendentemente dalla concreta realizzabilità del male prospettato. Ciò si distingue dalla truffa, in cui il male viene ventilato come possibile ed eventuale, in modo tale che la persona offesa non è coartata ma si determina alla prestazione per essere stata tratta in errore dalla esposizione di un pericolo inesistente. Pertanto, ai fini della qualificazione giuridica della condotta, rileva l'effettiva incidenza della minaccia sulla sfera volitiva della vittima, a prescindere dalla concreta esistenza o realizzabilità del male prospettato, essendo sufficiente che la minaccia sia idonea a piegare irresistibilmente la volontà della persona offesa. La graduazione della pena, nel rispetto dei criteri di cui agli artt. 132 e 133 c.p., rientra nella discrezionalità del giudice di merito, la cui determinazione non è censurabile in sede di legittimità se non in caso di mero arbitrio o di ragionamento illogico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. MANTOVANO Alfredo - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - rel. Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/05/2018 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. STEFANO FILIPPINI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. CENICCOLA ELISABETTA, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
CONSIDERATO IN FATTO
1. La CORTE APPELLO di MILANO, con sentenza in data 17/05/2018, confermava la condanna alla pena ritenuta di giustizi…

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