Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25320 del 13 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:25320PEN

Massima

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Il differimento facoltativo della esecuzione della pena per grave infermità fisica, ai sensi dell'art. 147 c.p., n. 2, presuppone che le condizioni di salute del condannato siano tali da rendere l'espiazione della pena contraria al senso di umanità per le eccessive sofferenze da essa derivanti, ovvero priva di significato rieducativo in conseguenza dell'impossibilità di proiettare in un futuro gli effetti della sanzione sul condannato. Qualora, invece, malgrado la presenza di gravi condizioni di salute, il condannato sia in grado di partecipare consapevolmente a un processo rieducativo e residui un margine di pericolosità sociale, può essere disposta, in luogo del differimento facoltativo della pena, la detenzione domiciliare ai sensi dell'art. 47-ter, comma 1-ter, Ord. Pen., che espressamente prescinde dalla durata della pena da espiare. Il giudice, nel valutare la richiesta di differimento, deve operare un bilanciamento tra l'interesse del condannato ad essere adeguatamente curato e le esigenze di sicurezza della collettività, tenendo conto della natura dell'infermità, di un'eventuale prognosi infausta quoad vitam a breve scadenza, della possibilità di praticare le cure necessarie anche in ambito intra ed extra-murario, nonché della pericolosità sociale del soggetto, desunta dalle emergenze processuali. Ove le condizioni di salute, pur gravi, non siano tali da rendere l'esecuzione della pena contraria al senso di umanità e al diritto alla salute, e il condannato sia in grado di partecipare a un percorso rieducativo, il giudice può legittimamente disporre la detenzione domiciliare in luogo del differimento facoltativo della pena, qualora ritenga necessario un minimo controllo da parte dello Stato in ragione della residua pericolosità sociale del soggetto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 7816/2012 TRIBUNALE SORVEGLIANZA di MILANO del 22/02/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

lette le conclusioni del Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha chiesto rigettarsi il ricorso e condannarsi la parte ricorrente al pagamento delle spese del procedimento.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 22 febbraio 2013 il Tribunale di sorveglianza di Milano ha rig…

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