Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20094 del 9 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:20094PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La responsabilità penale dell'imputato per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali volontarie aggravate può essere affermata sulla base delle dichiarazioni della persona offesa e di altre evidenze documentali, anche in assenza di un riconoscimento diretto da parte della stessa persona offesa e di altri testimoni, quando il complessivo quadro probatorio consenta di ritenere accertata la sua partecipazione ai fatti. Il trattamento sanzionatorio, se congruo e proporzionato alla gravità dei reati commessi, non è censurabile in sede di legittimità, anche quando comporti una pena di lieve entità determinata in continuazione. La valutazione delle risultanze probatorie e la determinazione della pena rientrano nell'ambito del giudizio di merito, non sindacabile in cassazione se sorretto da motivazione adeguata e immune da vizi logico-giuridici. Il ricorso per cassazione non può essere utilizzato per introdurre nuovi elementi di valutazione del fatto e del significato delle prove, estranei all'ambito del controllo di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. CONTI Giovanni - rel. Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 07/07/2011 della Corte di appello di Roma;

visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Giovanni Conti;

udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. CEDRANGOLO Oscar che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la sentenza in epigrafe, la Corte di appello di Roma, in parziale…

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