Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il diniego di autorizzazione paesaggistica per la realizzazione di un impianto volto alla fruizione della costa con attività di ristorazione, ha affermato che: Il parere negativo espresso dalla Soprintendenza è motivato in modo non irrazionale, in quanto: 1) Talune opere previste in progetto, come la creazione ex novo di muri a secco di contenimento e di terrazzamento, non rientrano nelle ipotesi di interventi esclusi dal parere paesaggistico ai sensi del d.P.R. n. 31/2017. 2) La tipologia di intervento proposto, caratterizzato dalla prevalenza di spazi dedicati alla ristorazione e intrattenimento rispetto a quelli per la fruizione diretta del mare, non risulta riconducibile alle opere ammissibili nell'ambito del vincolo di inedificabilità assoluta ex art. 15 l.r. 78/1976. 3) Le caratteristiche geomorfologiche del sito, con accentuato declivio verso il mare e ridotti spazi pianeggianti, giustificano le valutazioni dell'Amministrazione circa l'impatto dei manufatti previsti in progetto. Pertanto, il Tribunale ha ritenuto che il diniego di autorizzazione paesaggistica, motivato sulla base di tali considerazioni, non risulta affetto da irrazionalità o illogicità, rientrando nell'ambito del potere discrezionale esercitato dalla Soprintendenza in relazione a un'area sottoposta a molteplici vincoli.