Cassazione penale Sez. I sentenza n. 37937 del 16 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:37937PEN

Massima

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Il riconoscimento del vizio parziale di mente, pur comportando una riduzione della pena, non esclude la capacità di intendere e di volere dell'imputato al momento del fatto, né la sua capacità di stare in giudizio, qualora le risultanze processuali, comprese le dichiarazioni dell'imputato e le conclusioni delle perizie psichiatriche, dimostrino che egli era consapevole delle proprie azioni e delle conseguenze del proprio comportamento. L'interdizione legale sopravvenuta non determina automaticamente l'incapacità di stare in giudizio, essendo necessario un accertamento specifico della capacità processuale, distinto dalla valutazione della capacità di intendere e di volere al momento del fatto. Pertanto, il giudice di merito, nel valutare la capacità di intendere e di volere e la capacità di stare in giudizio, deve considerare attentamente tutte le risultanze processuali, senza incorrere in contraddizioni logiche o illogicità nella motivazione, anche quando vengano prospettate dalla difesa tesi alternative sulla ricostruzione dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAMPETTI Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO Luigi P. - rel. Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 11198/2006 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 02/11/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/02/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUIGI PIETRO CAIAZZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Iacoviello F.M. che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RILEVATO IN FATTO

Con sentenza in data 22.11.2005 il Tribunale di Benevento ha co…

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