Cassazione penale Sez. V sentenza n. 4883 del 10 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:4883PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990, concorre con il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p., in quanto i due reati tutelano beni giuridici diversi: il primo l'ordine pubblico, sotto il profilo della pericolosità sociale dell'esistenza di organizzazioni che svolgono attività lecite e illecite con modalità intimidatorie derivanti dalla natura dell'associazione e cagionando condizioni di assoggettamento e di omertà idonee al raggiungimento di scopi ingiusti; il secondo la difesa della salute individuale e collettiva contro l'aggressione della droga e della sua diffusione. La prova del reato associativo di tipo mafioso finalizzato al traffico di stupefacenti può essere desunta da elementi quali: l'esistenza di una struttura organizzativa composta da almeno tre persone con una gerarchia interna, l'adozione di tipici rituali di affiliazione, l'utilizzo del metodo mafioso caratterizzato dalla forza di intimidazione del vincolo associativo e dalla conseguente condizione di assoggettamento ed omertà, l'impartizione di ordini e direttive agli associati, la predisposizione di mezzi di difesa dell'organizzazione, l'esistenza di una cassa comune e di un rendiconto, nonché il coinvolgimento di altri malavitosi nell'attività illecita. La pena per tali reati deve essere commisurata in relazione alla gravità oggettiva e soggettiva della condotta, al grado di partecipazione e di pericolosità sociale dell'imputato, tenendo conto anche del percorso di risocializzazione intrapreso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. CARROZZA Artu - rel. Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. AL. N. IL (OMESSO);

2) MA. GA. N. IL (OMESSO);

3) NI. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1790/2005 CORTE APPELLO di LECCE, del 25/05/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/10/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CARROZZA;

Udito il Procuratore Generale.

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