Il sequestro di beni nella disponibilità di indiziati di appartenenza ad associazioni di tipo mafioso e la proroga del termine di efficacia del sequestro in caso di indagini complesse, ai sensi della legge n. 575 del 1965, art. 2-ter, comma 3, non sono autonomamente e immediatamente impugnabili, in considerazione del principio generale di tassatività delle impugnazioni, della natura meramente strumentale del provvedimento e delle caratteristiche sommarie della fase procedimentale, connotata da incisive decadenze. L'impugnazione di tali provvedimenti è consentita solo unitamente al provvedimento che decide nel merito della misura di prevenzione, in applicazione della disciplina di cui alla legge n. 1423 del 1956, art. 4, che non prevede la possibilità di ricorso diretto per cassazione, esperibile solo dopo la proposizione dell'appello. Il principio di tassatività delle impugnazioni impedisce inoltre che l'opposizione a tali provvedimenti possa essere proposta nella forma dell'incidente di esecuzione, in quanto ciò condurrebbe ad eludere il suddetto principio mediante il riesame della vicenda cautelare da parte del giudice dell'esecuzione prima e, eventualmente, della Corte di Cassazione.