Il mutamento della destinazione d'uso dei terreni gravati da usi civici, pur essendo soggetto all'autorizzazione dell'autorità regionale competente, non è vincolato al mantenimento dell'originaria destinazione agro-silvo-pastorale, potendo l'amministrazione valutare qualunque tipo di interesse collettivo, sia esso di natura agricola, industriale, commerciale, igienico-sanitaria, turistica, ambientale o di altra natura. L'autorità regionale, nel decidere sulle richieste di mutamento di destinazione, gode di ampia discrezionalità nella ponderazione degli interessi pubblici e privati coinvolti, senza che la legge ponga limiti al potere autorizzativo, fermo restando il rispetto del procedimento amministrativo e del contraddittorio con i soggetti interessati. La valutazione dell'amministrazione deve essere adeguatamente motivata e rispettosa dei principi di buon andamento e imparzialità, al fine di assicurare la tutela degli usi civici e degli interessi della collettività.