Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30180 del 12 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:30180PEN

Massima

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Il giudice del dibattimento, nel disporre la trasmissione degli atti al pubblico ministero per una diversa qualificazione giuridica del fatto rispetto all'originaria contestazione, è tenuto a motivare adeguatamente l'accertata diversità del fatto emerso nel corso dell'istruzione dibattimentale, esplicitando le ragioni che lo hanno condotto a tale determinazione, al fine di evitare indebite interferenze nell'esercizio dell'azione penale da parte del pubblico ministero. La regressione alla fase antecedente, infatti, rappresenta un istituto eccezionale e tassativo, non potendo essere disposta per imporre al pubblico ministero di procedere per il medesimo fatto utilizzando una diversa qualificazione giuridica, senza sovvertire lo schema tipico dell'articolo 521 del codice di procedura penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO F. - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. DI STEFANO P. - Consigliere

Dott. DE AMICIS G - rel. Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI CHIETI;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 53/2012 TRIBUNALE di CHIETI, del 09/10/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GAETANO DE AMICIS;

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il P.M. presso il Tribunale di Chieti ricorre per cassazione avverso l&#…

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