La convenzione di lottizzazione, pur essendo uno strumento di natura contrattuale, presenta profili di stampo pubblicistico e rientra nell'autonomia negoziale delle parti, le quali possono liberamente assumere impegni patrimoniali più onerosi rispetto a quelli astrattamente previsti dalla legge. Pertanto, in sede di interpretazione della convenzione, si applicano i canoni ermeneutici di cui agli artt. 1362 ss. c.c., in virtù del disposto dell'art. 11, comma 2, secondo periodo, della l. n. 241/1990. Alla luce di tali principi, qualora il Comune abbia richiesto e il lottizzante abbia accettato la realizzazione di opere di urbanizzazione eccedenti rispetto agli oneri dovuti, in assenza di un espresso accordo sul loro scomputo dagli oneri concessori, il lottizzante è comunque tenuto al pagamento integrale di tali oneri, non potendo pretenderne la ripetizione. Ciò in quanto la cessione delle aree e la realizzazione delle opere, pur essendo state autorizzate e accettate dal Comune, sono avvenute sul presupposto che i relativi oneri restassero a carico esclusivo del lottizzante, per come concordato nella convenzione.