La gestione in regime di deposito fiscale di prodotti energetici in sospensione di accisa può essere autorizzata dall'Amministrazione finanziaria, laddove sussistano effettive necessità operative e di approvvigionamento dell'impianto, a condizione che il deposito effettui forniture di prodotto in esenzione da accisa o ad accisa agevolata o trasferimenti di prodotti energetici in regime sospensivo verso Paesi dell'Unione europea ovvero esportazioni verso Paesi non appartenenti all'Unione europea, in misura complessiva pari ad almeno il 30 per cento del totale delle estrazioni di un biennio, ovvero che il deposito sia propaggine di un deposito fiscale ubicato nelle immediate vicinanze appartenente allo stesso gruppo societario o, se di diversa titolarità, sia stabilmente destinato ad operare al servizio del predetto deposito. Tali requisiti, previsti dall'art. 23, commi 3 e 4, del d.lgs. n. 504 del 1995, sono ritenuti conformi al diritto dell'Unione europea, in particolare alle direttive 2008/118/CE e 2006/123/CE, in quanto volti a garantire un'agevole e corretta applicazione delle esenzioni e a prevenire fenomeni elusivi ed abusi, nel rispetto dei principi di proporzionalità e non discriminazione. Spetta all'Amministrazione finanziaria verificare la permanenza nel tempo delle condizioni normativamente previste per il rilascio della licenza di deposito fiscale.