L'ente proprietario o concessionario di una strada ha l'obbligo di manutenzione, gestione e pulizia della sede stradale e delle relative pertinenze, ai sensi dell'art. 14, comma 1, lett. a), del Codice della strada, finalizzato a garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione. Tale obbligo può essere adempiuto anche mediante la rimozione dei rifiuti abbandonati, senza che ciò comporti una responsabilità solidale automatica dell'ente per l'abbandono, la quale è invece subordinata all'accertamento della sua imputabilità a titolo di dolo o colpa, ai sensi dell'art. 192, comma 3, del d.lgs. n. 152/2006. Il Comune, quale ente locale con fini generali, è abilitato, in caso di omissione da parte del concessionario, a sollecitare ed ingiungere la rimozione dei rifiuti, in quanto funzionale alla mera ed ordinata manutenzione, gestione e pulizia della sede stradale e delle relative pertinenze, senza che ciò configuri un "ordine di bonifica, decontaminazione e risanamento igienico dei siti", che rientra invece nell'ambito di operatività dell'art. 192 del d.lgs. n. 152/2006 ed è assoggettato ad un criterio di imputazione soggettiva. Il dovere di leale collaborazione tra enti pubblici, il concetto di custodia dei beni demaniali e la mancata evidenziazione di concreti elementi a carico dell'ente proprietario non sono elementi rilevanti ai fini della legittimità dell'ordine comunale di rimozione dei rifiuti, in quanto la fattispecie è correttamente inquadrata nell'ambito dell'art. 14 del Codice della strada.