Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 12435 del 28 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:12435PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare i provvedimenti in materia di prevenzione, è limitato al controllo della sola violazione di legge, senza poter estendere il proprio scrutinio all'iter giustificativo della decisione, salvo che questo non risulti del tutto mancante o apparente. Pertanto, la motivazione del provvedimento, se correlata alle risultanze processuali e priva di carenze o anomalie tali da renderla mancante o apparente, non può essere censurata in sede di legittimità, anche laddove la parte ricorrente prospetti una diversa interpretazione delle circostanze di fatto emerse. Tale limitazione del sindacato di legittimità, riconosciuta dalla Corte Costituzionale come non irragionevole, trova giustificazione nella peculiarità del procedimento di prevenzione, sia sul piano processuale che su quello sostanziale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - rel. Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. CA. N. IL (OMESSO);

avverso il decreto n. 139/2006 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 16/07/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CORTESE;

lette le conclusioni del PG, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO

La Corte d'Appello di Napoli, con decreto 16/7/2009, confermava la misura di prevenzione personale e quella di carattere patrimoniale adottate - a…

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