Il Ministero della Cultura, nell'esercizio della competenza costituzionale esclusiva in materia di tutela dell'ambiente e del paesaggio, può autonomamente dichiarare il notevole interesse pubblico di un'area, imponendo specifiche prescrizioni d'uso volte a preservarne le caratteristiche paesaggistiche, anche in assenza del consenso della Regione nel cui territorio l'area si trova. Tale potere ministeriale, previsto dall'art. 138, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio, non costituisce un'attribuzione straordinaria o eccezionale, ma rappresenta la naturale espressione della competenza statale in materia di tutela ambientale e paesaggistica, che prevale sugli interessi urbanistici ed edilizi di competenza regionale e locale. La dichiarazione di notevole interesse pubblico e le relative prescrizioni d'uso, pur non sovrapponendosi alla disciplina urbanistica, ne specificano i limiti e le modalità di esercizio, al fine di assicurare la conservazione del pregio paesaggistico del bene tutelato. Il sindacato giurisdizionale su tali atti è limitato alla verifica della logicità e ragionevolezza delle valutazioni tecniche compiute dall'Amministrazione, senza che il giudice possa sostituire la propria valutazione a quella dell'organo istituzionalmente competente.