La legittimazione ad agire in giudizio amministrativo presuppone che il soggetto ricorrente sia direttamente leso dal provvedimento impugnato, in quanto destinatario dello stesso o comunque titolare di una posizione giuridica soggettiva incisa in modo diretto ed immediato dall'atto impugnato. Il ricorrente non può far valere una legittimazione derivante da un rapporto contrattuale con il destinatario del provvedimento, in quanto l'interesse legittimo tutelato in sede giurisdizionale amministrativa è di natura pubblicistica e non può essere trasmesso o ceduto a terzi sulla base di accordi privatistici. Pertanto, il ricorso è inammissibile qualora il provvedimento impugnato non sia rivolto direttamente al ricorrente e non leda in modo immediato e diretto la sua posizione giuridica soggettiva, non essendo sufficiente a tal fine il mero interesse di fatto o l'assunzione di obblighi contrattuali nei confronti del destinatario del provvedimento.