Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La disciplina transitoria in materia processuale quanto ai termini di prescrizione, introdotta dalla Legge n. 251 del 2005, non investe le norme incriminatrici, destinate ad essere applicate secondo il principio di legalità di cui all'art. 25 Cost., e pertanto non si pone in contrasto con tale principio. Il giudice non deve applicare nei procedimenti e nei processi pendenti i nuovi termini di prescrizione che risultino più lunghi di quelli previgenti, mentre può applicare i termini più brevi solo nei processi già pendenti in grado di appello o di Cassazione, in forza degli interventi della Corte Costituzionale. La disciplina transitoria in materia processuale quanto ai termini di prescrizione, pur differenziando l'applicazione delle nuove norme più favorevoli in relazione allo stato e al grado del procedimento, non viola il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge penale, in quanto non incide sulla individuazione della sanzione in base alla legge vigente al momento della commissione del reato.