Il diritto soggettivo alla retrocessione totale dei fondi espropriati sorge in capo all'espropriato quando, decorso il termine decennale di efficacia del piano di pubblica utilità ai sensi dell'art. 27, comma 3, della legge n. 865 del 1971, le opere pubbliche previste non siano state realizzate. In tale ipotesi, la mancata esecuzione delle opere pubbliche entro il termine di legge determina l'inefficacia del piano di pubblica utilità e il venir meno della causa giustificativa dell'espropriazione, con conseguente insorgenza del diritto soggettivo dell'espropriato alla retrocessione totale dei beni. Tale diritto soggettivo è tutelabile in sede di giurisdizione amministrativa esclusiva, ai sensi dell'art. 133, comma 1, lettera g), del codice del processo amministrativo, ferma restando la giurisdizione del giudice ordinario per le questioni relative alla determinazione e corresponsione dell'indennità di espropriazione. Pertanto, in assenza della realizzazione delle opere pubbliche entro il termine decennale, l'espropriato è titolare di un diritto soggettivo alla retrocessione totale dei fondi, con conseguente obbligo dell'amministrazione di restituire i beni espropriati, previo pagamento del corrispettivo di retrovendita, determinato in via negoziale o amministrativa e, in difetto, in sede giurisdizionale ordinaria.