Il possesso di materiale pedopornografico, anche se non rinvenuto in cartelle condivisibili, integra il reato di cui all'art. 600-ter, comma 3 e 5, c.p., in quanto la detenzione di tale materiale, anche in assenza di finalità di diffusione, è di per sé sufficiente a configurare il reato, in ragione della tutela della dignità e dell'integrità psico-fisica dei minori coinvolti. Il giudice del riesame, chiamato a pronunciarsi sulla misura cautelare, non è tenuto ad acquisire materiale probatorio diverso da quello trasmesso dal pubblico ministero, essendo sufficiente la valutazione degli atti a sua disposizione per confermare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. La mancata trasmissione di atti da parte del pubblico ministero non determina la perdita di efficacia della misura cautelare, ma solo l'inutilizzabilità di eventuali atti che li presuppongono, ferma restando la possibilità per il giudice di valutare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione della misura sulla base degli elementi a sua disposizione.