Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9605 del 13 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:9605PEN

Massima

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L'identificazione del querelante da parte dell'autorità ricevente la querela, prevista dall'art. 337 comma 4 c.p.p., può avvenire anche attraverso l'annotazione delle sue generalità nel verbale di ratifica allegato alla querela stessa, senza che sia necessaria un'espressa indicazione delle modalità con cui tale identificazione è stata effettuata. La mancata identificazione del querelante non determina la nullità della querela quando risulti comunque certo che il proponente è il soggetto legittimato, come nel caso in cui il querelante si sia costituito parte civile. L'espressione "bastardo" rivolta al figlio minore della persona offesa integra il delitto di diffamazione, in quanto idonea a ledere la reputazione della madre, attribuendole implicitamente un comportamento ritenuto moralmente biasimevole. Il giudice di appello non ha l'obbligo di esaminare analiticamente ogni singola argomentazione dedotta dall'appellante, essendo sufficiente che esponga, con ragionamento logico-giuridico corretto, le ragioni per le quali perviene a una decisione difforme rispetto alla tesi dell'impugnante.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 29/09/2010 del Tribunale di Ancona, sez. dist. di Jesi;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Paolo Oldi;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale IACOVIELLO Francesco Mauro, che ha concluso chiedendo declaratoria di inammissibilita' del ricorso;

udito…

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