Il minore che, su istigazione di un adulto, commette un grave delitto come l'omicidio premeditato, può essere sottoposto a custodia cautelare in carcere qualora il quadro indiziario sia grave e persistano concreti profili di pericolosità sociale, nonostante il suo eventuale tentativo di suicidio che non basta a dimostrare un effettivo ravvedimento. Il giudice, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, deve attentamente analizzare l'insieme degli elementi probatori, come le dichiarazioni di testimoni sulla confessione stragiudiziale dell'indagato, i risultati delle intercettazioni telefoniche, la tempistica e le modalità del fatto, senza essere vincolato dalla qualifica processuale formalmente attribuita ai soggetti coinvolti, purché risulti comunque accertato il loro effettivo ruolo nella vicenda. L'inutilizzabilità delle prove può essere eccepita solo in presenza di specifici vizi procedurali, non essendo sufficiente la mancata acquisizione di atti autorizzativi relativi ad intercettazioni disposte in un diverso procedimento.