Consiglio di Stato sentenza n. 6689 del 2024

ECLI:IT:CDS:2024:6689SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che: 1. Il provvedimento di riesame adottato dall'amministrazione comunale, in esecuzione di un'ordinanza cautelare del giudice amministrativo, costituisce un nuovo atto autonomamente impugnabile, non essendo meramente confermativo del precedente diniego. Pertanto, il ricorso per motivi aggiunti proposto avverso tale provvedimento di riesame è ammissibile. 2. L'attuazione di un Piano di Recupero urbanistico deve avvenire attraverso il rilascio di un unico titolo edilizio, riferito all'intero ambito di intervento, e non mediante titoli frazionati presentati dai singoli consorziati, al fine di garantire l'unitarietà e la razionalità complessiva dell'intervento. 3. La realizzazione di un intervento edilizio mediante Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), in alternativa al Permesso di Costruire, presuppone la conformità del progetto alle previsioni planivolumetriche dettagliate contenute nello strumento urbanistico attuativo approvato, non essendo sufficiente la mera compatibilità generale con le previsioni dello stesso. 4. Le disposizioni della legge regionale sul "Piano Casa" non trovano applicazione agli interventi di nuova edificazione previsti nell'ambito di un Piano di Recupero, in quanto tale normativa è rivolta esclusivamente agli interventi sul patrimonio edilizio esistente. 5. L'amministrazione, prima di rilasciare un titolo edilizio che incide su una servitù di passaggio a favore di un fondo confinante, deve svolgere un'adeguata istruttoria per verificare la legittimità della modifica della servitù, non essendo sufficiente la mera "salvezza dei diritti dei terzi" apposta sul titolo. 6. L'amministrazione, nel valutare la legittimità di un intervento edilizio, deve svolgere un'approfondita istruttoria in ordine alla situazione ambientale e di eventuale contaminazione del suolo, non potendosi limitare alle sole dichiarazioni e garanzie fornite dal soggetto proponente. 7. La valutazione circa la sussistenza delle condizioni di degrado di un'area, quale presupposto per l'approvazione di un Piano di Recupero, non è sottratta al sindacato giurisdizionale, potendo il giudice verificare la correttezza e l'attualità di tale valutazione. 8. Il rispetto delle distanze minime tra edifici e dai confini, previste dalla normativa urbanistica ed edilizia, costituisce un requisito essenziale per la legittimità di un intervento edilizio, non derogabile nemmeno in applicazione della normativa sul "Piano Casa".

Sentenza completa

Pubblicato il 24/07/2024

N. 06689/2024REG.PROV.COLL.

N. 05354/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Settima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 5354 del 2020, proposto da Patavium Finanziaria S.r.l. (già Giotto S.r.l.), in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio ((omissis)) in Roma, via Alberico II, n. 33;

contro

((omissis)), rappresentato e difeso dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio ((omissis)) in Roma, via ((omissis)) 13;
Comune di Padova, in persona del legale rapprese…

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