Cassazione civile Sez. I sentenza n. 1851 del 8 febbraio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:1851CIV

Massima

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Il giudice, nell'emettere una sentenza, è tenuto a verificare con la massima diligenza l'esattezza dei dati anagrafici delle parti, al fine di evitare errori materiali che, pur non incidendo sulla sostanza della decisione, possono comunque ledere il diritto delle parti ad una corretta rappresentazione della propria identità personale negli atti giudiziari. L'erronea indicazione del cognome di una parte in una sentenza, essendo un mero errore materiale, può essere corretto d'ufficio dal giudice, anche in sede di legittimità, senza necessità di una specifica impugnazione, in applicazione del principio di economia processuale e di tutela del diritto all'identità personale. Il giudice, nel provvedere alla correzione dell'errore materiale, deve garantire la piena corrispondenza tra il contenuto della sentenza e la reale identità delle parti, assicurando l'integrità e la veridicità degli atti processuali, a tutela del principio di certezza del diritto e del giusto processo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SALME' Giuseppe - rel. Presidente

Dott. DI PALMA Salvatore - Consigliere

Dott. ZANICHELLI Vittorio - Consigliere

Dott. SCHIRO' Stefano - Consigliere

Dott. BISOGNI Giacinto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso 11821/2010 proposto da:

(OMISSIS) ((OMISSIS)), elettivamente domiciliato in (OMISSIS), presso lo studio dell'avvocato (OMISSIS), rappresentato e difeso da se medesimo;

- ricorrente -

contro

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA ((OMISSIS));

- intimato -

avverso la sentenza n. 24383/2008 della CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE del 4.6.08, depositata l'1/10/2008;

udita la relazione della causa svolta nell…

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