Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 58431 del 28 dicembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:58431PEN

Massima

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Il delitto di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990, si configura quando tra i partecipi sussiste una durevole comunanza di scopo, costituita dall'interesse comune ad immettere sostanze stupefacenti sul mercato del consumo, a prescindere dalla diversità degli scopi personali e degli utili che i singoli partecipi, fornitori ed acquirenti, si propongono di ottenere dallo svolgimento della complessiva attività criminale. L'elemento distintivo rispetto al concorso di persone nel reato continuato di detenzione e spaccio di stupefacenti risiede non solo nel carattere stabile dell'accordo criminoso e nella permanenza del vincolo associativo, ma anche nell'esistenza di un'organizzazione che consenta la realizzazione concreta del programma criminoso, come accertato dalla presenza di una struttura gerarchica, di canali di approvvigionamento e di smercio stabili, di una ripartizione dei ruoli e delle mansioni tra i partecipi, di una contabilità comune e di una cassa condivisa per la gestione dei proventi illeciti. Ai fini della configurabilità del delitto di cui all'art. 74 cit., è sufficiente l'esistenza di una durevole comunanza di scopo tra i singoli partecipi, senza che sia necessario che le condotte delittuose di ciascuno siano compiute in nome e per conto dell'associazione, essendo invece richiesto che le stesse rientrino nel programma criminoso della stessa. Inoltre, in tema di misure cautelari disposte per il reato associativo di cui all'art. 74 cit., l'art. 275, comma 3, c.p.p. pone una duplice presunzione relativa, sia quanto alla sussistenza delle esigenze cautelari che alla scelta della misura, che inverte gli ordinari poli del ragionamento giustificativo, sicché il giudice che applica o conferma la misura cautelare non ha l'obbligo di dimostrare in positivo la ricorrenza dei pericula libertatis, ma soltanto di apprezzare le ragioni di esclusione, eventualmente evidenziate dalla parte o direttamente evincibili dagli atti, tali da smentire, nel caso concreto, l'effetto della presunzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - rel. Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 03/04/2018 del Tribunale del riesame di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa CRISCUOLO Anna;
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ORSI Luigi, che ha concluso per il rigetto dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Il difensore di (OMISSIS) e (OMISSIS) ricorre avverso l&…

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