Cassazione civile Sez. I sentenza n. 20181 del 3 ottobre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:20181CIV

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il committente di un appalto pubblico che affidi all'appaltatore un progetto carente, imponendogli varianti e opere fuori capitolato, e che successivamente disponga illegittimamente la sospensione dei lavori, non può invocare l'inadempimento dell'appaltatore per ottenere la risoluzione del contratto e il risarcimento del danno. In tali ipotesi, il giudice deve procedere a un confronto tra i reciproci inadempimenti delle parti, accertando che il comportamento del committente, caratterizzato da gravi carenze progettuali e illegittima sospensione dei lavori, risulti prevalente rispetto a eventuali ritardi o inadempimenti parziali dell'appaltatore, i quali, pur sussistenti, siano giustificati o comunque assorbiti dall'illecita condotta del committente. Ne consegue che il giudice deve pronunciare la risoluzione del contratto per colpa del committente e condannarlo al risarcimento del danno in favore dell'appaltatore.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROVELLI ((omissis)) - Presidente

Dott. FORTE Fabrizio - Consigliere

Dott. GIANCOLA ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAMPANILE Pietro - Consigliere

Dott. DE CHIARA Carlo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

COMUNE DI SCILLATO, in persona del Sindaco pro tempore Ni. Ga. , rappresentato e difeso, giusta procura speciale a margine del ricorso, dall'avv. ((omissis)) ed elett.te dom.to in Roma, Via Val di Lanzo n. 79, presso lo studio dell'avv. ((omissis)); C.F. (OMESSO);

- ricorrente -

contro

NI. GI. , titolare dell'omonima impresa, rappresentato e difeso, per procura speciale in ca…

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