Il concorso tra il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato (art. 640-bis c.p.) e quello di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti (art. 3 d.lgs. n. 74/2000) è configurabile quando l'indagato, oltre ad aver emesso fatture false per ottenere indebiti contributi pubblici, abbia anche personalmente richiesto l'erogazione di tali contributi, abdicando al ruolo di mero consulente e collocandosi come amministratore della società beneficiaria, in assenza dei presupposti per l'ottenimento dei finanziamenti. In tal caso, il dolo specifico richiesto dall'art. 640-bis c.p. è integrato dalla consapevolezza dell'indagato del fine illecito perseguito, rendendo particolarmente intense le esigenze cautelari connesse al pericolo di reiterazione di condotte della stessa specie e al pericolo di inquinamento probatorio. Tuttavia, ai fini della configurabilità del concorso di reati, è necessario che la condotta riconducibile all'art. 640-bis c.p. sia riferibile all'indagato sin dall'origine, non potendo essere integrata da atti successivi all'assunzione della carica di amministratore, in assenza di una volontà iniziale di realizzare un evento destinato a perpetuarsi nel tempo.