Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11955 del 14 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:11955PEN

Massima

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Il comportamento violento e aggressivo di un soggetto, anche se finalizzato a impedire la fuga di un altro individuo coinvolto in un precedente episodio di lesioni, non integra la scriminante della legittima difesa, in quanto la reazione deve essere proporzionata all'offesa subita e non può eccedere i limiti della necessaria difesa. Inoltre, l'ostacolo frapposto alla libera circolazione di un altro soggetto, anche se motivato dall'esigenza di impedire la violazione di norme del codice della strada, non è sufficiente a integrare la scriminante dello stato di necessità, essendo necessario che la condotta sia espressamente prevista e permessa dalla norma che costituisce la fonte del diritto invocato. Pertanto, il soggetto che pone in essere condotte violente e coercitive al fine di impedire l'allontanamento di un altro individuo, anche se mosso dall'intento di evitare la fuga dell'autore di un precedente fatto illecito o di far rispettare le norme sulla circolazione stradale, deve ritenersi responsabile del reato di violenza privata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) (ANCHE PCR) N. IL (OMISSIS);

2) (OMISSIS) (ANCHE PCR) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 853/2008 CORTE APPELLO di TRIESTE, del 23/09/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/06/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del LETTIERI Nicola che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Co…

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