Il Comune, nell'esercizio dei propri poteri discrezionali tecnici, è tenuto a valutare la possibilità di accoglimento di un'istanza di sanatoria edilizia ai sensi dell'art. 20 della L.R. n. 4/2003, anche quando l'autorizzazione originariamente rilasciata sia stata successivamente annullata in sede giurisdizionale, nel rispetto del contraddittorio procedimentale previsto dall'art. 10-bis della L. n. 241/1990. Il mancato esperimento di tale valutazione, motivata in modo adeguato, determina l'illegittimità del provvedimento di rigetto dell'istanza di sanatoria, con conseguente obbligo per l'Amministrazione di riesaminare la questione entro un termine congruo. La possibilità di ottenere il rilascio in sanatoria di un'opera edilizia realizzata in buona fede, facendo affidamento su un titolo autorizzatorio successivamente annullato, sussiste anche quando le sentenze di annullamento non abbiano espressamente escluso tale possibilità, in quanto la stessa costituisce una facoltà riconosciuta dalla legge all'interessato, che l'Amministrazione è tenuta a valutare nel rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità. L'annullamento giurisdizionale di un titolo edilizio non preclude di per sé l'applicazione della disciplina in materia di sanatoria, la cui valutazione deve essere compiuta dall'Amministrazione nel rispetto del contraddittorio procedimentale, senza che il giudicato possa essere interpretato come un vincolo preclusive all'esercizio di tale potere.