Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 4341 del 29 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:4341PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni di cui il soggetto indagato o imputato neghi la titolarità e la disponibilità è legittimo, in quanto il gravame avverso tale provvedimento deve essere funzionale a ottenere un risultato immediatamente produttivo di effetti nella sfera giuridica dell'impugnante. Pertanto, il ricorso proposto dall'indagato o imputato è inammissibile laddove egli contesti la riferibilità a sé dei beni sottoposti a sequestro, non potendo in tal caso vantare una relazione con la cosa a sostegno della sua pretesa alla cessazione del vincolo. Diversamente, il ricorso è ammissibile solo per i beni di cui l'indagato o imputato affermi la titolarità e la disponibilità, essendo in tal caso legittimato a impugnare il provvedimento di sequestro. Inoltre, il ricorso è inammissibile quando si limita a riproporre questioni di merito già esaminate e risolte dal giudice di merito con motivazione adeguata e immune da vizi logici e giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. MOGINI Stefa - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS);

avverso l'ordinanza resa il 28 maggio 2014 dal Tribunale di Padova - Sezione del Riesame;

sentita la relazione del Consigliere Dott. MOGINI Stefano

udite le conclusioni del Procuratore Generale Dott. D'AMBROSIO Vito, che ha chiesto il rigetto del ricorso;

Udito l'Avv. (OMISSIS), che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) ricorre avverso l'ordinanza con la quale, in data 28 maggio…

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