Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 12018 del 2020

ECLI:IT:TARLAZ:2020:12018SENT

Massima

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Il silenzio serbato dalla pubblica amministrazione su una domanda di adesione alla procedura transattiva validata in via definitiva, in assenza di elementi che ne giustifichino la manifesta infondatezza, integra un comportamento omissivo illegittimo, in violazione del principio di tempestività e certezza dell'azione amministrativa sancito dall'art. 2 della legge n. 241 del 1990. In tali casi, il giudice amministrativo è tenuto ad ordinare all'amministrazione di provvedere espressamente sull'istanza entro un termine congruo, nominando altresì un commissario ad acta per l'ipotesi di ulteriore inerzia, al fine di assicurare la conclusione del procedimento e la tutela effettiva del diritto del privato. La pubblica amministrazione è tenuta a concludere il procedimento amministrativo entro il termine di 90 giorni, salvo diversa previsione normativa, in ossequio al principio di buon andamento e imparzialità sancito dall'art. 97 della Costituzione. Il mancato rispetto di tale termine integra un comportamento omissivo illegittimo, che legittima il privato a ricorrere avverso il silenzio inadempimento, ai sensi degli artt. 31 e 117 del Codice del processo amministrativo. In tali ipotesi, il giudice amministrativo, accertata la sussistenza del silenzio inadempimento, è tenuto ad ordinare all'amministrazione di provvedere entro un congruo termine, nominando altresì un commissario ad acta per l'ipotesi di ulteriore inerzia, al fine di assicurare la conclusione del procedimento e la tutela effettiva del diritto del privato. Ciò in quanto il silenzio serbato dalla pubblica amministrazione, in assenza di elementi che ne giustifichino la manifesta infondatezza, integra una violazione del principio di tempestività e certezza dell'azione amministrativa, sancito dall'art. 2 della legge n. 241 del 1990. La pubblica amministrazione, nell'esercizio della sua attività, è tenuta al rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità sanciti dall'art. 97 della Costituzione, nonché di quelli di trasparenza, correttezza e leale collaborazione. Tali principi impongono all'amministrazione di concludere i procedimenti amministrativi entro i termini previsti dalla legge, astenendosi da comportamenti dilatori o omissivi che possano pregiudicare i diritti e gli interessi dei privati. Il mancato rispetto dei termini procedimentali, in assenza di giustificazioni oggettive, integra un vizio di legittimità dell'azione amministrativa, in quanto lesivo del principio di certezza e tempestività dell'azione amministrativa, nonché del diritto del privato ad ottenere una risposta espressa e motivata entro un termine ragionevole. In tali ipotesi, il giudice amministrativo è tenuto ad ordinare all'amministrazione di provvedere entro un termine congruo, nominando altresì un commissario ad acta per l'ipotesi di ulteriore inerzia, al fine di assicurare la conclusione del procedimento e la tutela effettiva del diritto del privato.

Sentenza completa

Pubblicato il 16/11/2020

N. 12018/2020 REG.PROV.COLL.

N. 04456/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Terza Quater)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4456 del 2020, proposto da
-OMISSIS-, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio ((omissis)) in Roma, via ((omissis)) 11;

contro

Ministero della Salute, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12;

per l’accertamento

dell'illegittimità del silenzio serbato dal MINISTERO della SALUTE, in persona del Ministro pro-tempore, sulla domanda di adesione alla…

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