Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15528 del 9 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:15528PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La retrodatazione dei termini di durata della custodia cautelare, ai sensi dell'art. 297, comma 3, e art. 303, comma 1, lett. a) c.p.p., presuppone che i fatti oggetto delle successive ordinanze cautelari siano cronologicamente anteriori rispetto a quelli già accertati con sentenza passata in giudicato. Pertanto, qualora la condotta associativa contestata nella seconda ordinanza cautelare sia successiva alla pronuncia di condanna relativa ai fatti oggetto della prima ordinanza, difetta il requisito della "anteriorità cronologica" necessario per l'applicazione dell'istituto della retrodatazione, il quale mira ad evitare che il decorso del tempo determini l'inefficacia della misura cautelare per il solo fatto che il procedimento si sia articolato in più fasi. In tali casi, il Tribunale del riesame legittimamente rigetta la richiesta di declaratoria di inefficacia della custodia cautelare per decorso del termine.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Sc. Bi. Sa., nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza 20 agosto 2008 del Tribunale del riesame di Napoli che ha rigettato la richiesta di scarcerazione dell'indagato per perdita di efficacia della misura ex articolo 297 c.p.p., comma 3 e articolo 303 c.p.p., comma 1, lettera a).

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LANZA Luigi.

Udito …

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