Il termine fissato per il compimento delle procedure espropriative nella dichiarazione di pubblica utilità di un'opera pubblica costituisce un limite temporale ordinatorio, la cui scadenza non determina automaticamente il venir meno della dichiarazione di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità dell'opera. Pertanto, il decreto di esproprio può essere legittimamente emanato anche oltre il termine originariamente previsto, senza necessità di una specifica proroga, purché l'espropriazione sia disposta entro il termine finale stabilito per la conclusione dei lavori. Analogamente, la proroga dell'occupazione d'urgenza dei terreni, disposta ai sensi dell'art. 20 della legge n. 865 del 1971, non richiede una particolare motivazione o una specifica attività istruttoria, in quanto tale norma non subordina la possibilità di proroga al verificarsi di specifici presupposti. Inoltre, le controversie relative alla determinazione dell'indennità di esproprio e alla cessione volontaria dei beni, in quanto attinenti a posizioni di diritto soggettivo, rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, che può sindacare incidentalmente la legittimità dell'operato della pubblica amministrazione.