Cassazione penale Sez. V sentenza n. 39507 del 30 settembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:39507PEN

Massima

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La presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere per i reati di criminalità organizzata di tipo mafioso, prevista dall'art. 275 comma 3 c.p.p., è ragionevole e non viola i principi costituzionali, in considerazione della peculiarità e della pericolosità sociale di tali delitti, che giustifica l'applicazione di tale misura cautelare come strumento idoneo a neutralizzare il pericolo di reiterazione del reato e di mantenimento dei contatti con l'associazione criminale. Tale presunzione, pur potendo apparire eccessivamente rigida, è comunque giustificata dalla natura specifica del fenomeno della criminalità organizzata di stampo mafioso, in quanto la carcerazione provvisoria tende a recidere i legami tra l'imputato e l'ambito criminale di appartenenza, minimizzando il rischio di contatti con le strutture dell'organizzazione e di commissione di ulteriori reati. Pertanto, il mero decorso del tempo successivo all'accertata partecipazione all'associazione mafiosa non è di per sé sufficiente a far venir meno la presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere, essendo necessaria la dimostrazione in positivo dell'avvenuta rescissione del vincolo associativo e dell'insussistenza di esigenze cautelari, accertamento rimesso al giudice di merito e non sindacabile in sede di legittimità ove correttamente motivato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 142/2015 TRIB. LIBERTA' di CATANZARO, del 14/04/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DEMARCHI ALBENGO PAOLO GIOVANNI;
li Procuratore generale della Corte di cassazione, Dott. CORASANITI Giuseppe, ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
Per il ricorrente e' presente l'Avvocato (OMISSIS), il quale chiede l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) …

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