Cassazione penale Sez. II sentenza n. 50205 del 7 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:50205PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando il male prospettato dall'agente è rappresentato come certo e realizzabile ad opera dello stesso o di altri, ponendo la persona offesa nell'ineluttabile alternativa di far conseguire all'agente il preteso profitto o di subire il male minacciato. Al contrario, ricorre il reato di truffa aggravata quando il male viene ventilato come possibile ed eventuale e comunque non proveniente direttamente o indirettamente da chi lo prospetta, in modo che la persona offesa non è coartata, ma si determina alla prestazione costituente l'ingiusto profitto dell'agente perché tratta in errore dalla esposizione di un pericolo inesistente. Ai fini della sussistenza delle esigenze cautelari, è necessario che la motivazione del provvedimento dia conto della attualità del pericolo di reiterazione del reato, tenendo conto della concentrazione temporale delle condotte contestate e dell'assenza di ulteriori elementi di coinvolgimento dell'indagato in analoghi fatti successivi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittor - Rel. Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
1) (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
2) (OMISSIS), nata a (OMISSIS);
3) (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza emessa in data 27/04/2018 dal Tribunale di Bologna;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Pazienza Vittorio;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Romano Giulio, che ha concluso chiedendo il rigetto dei ricors…

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