La revoca dell'assegnazione di un alloggio popolare per abbandono dello stesso per oltre tre mesi continuativi, ai sensi dell'art. 17 del D.P.R. n. 1035 del 1972, può essere disposta dal dirigente comunale competente, in quanto la competenza in ordine alla gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica spetta ai dirigenti o al personale equiparato, in virtù del rinvio operato dalla legislazione regionale alle disposizioni del D.Lgs. n. 267 del 2000 (T.U.E.L.). L'ordinanza di sgombero, quale atto meramente esecutivo del provvedimento di revoca, è legittima anche in assenza di una puntuale motivazione sull'abbandono dell'alloggio, qualora tale circostanza risulti adeguatamente comprovata dagli accertamenti svolti dalla Polizia Municipale, i quali possono prevalere sulla mera risultanza anagrafica, in quanto quest'ultima fa fede fino a prova contraria. Pertanto, il provvedimento di revoca dell'assegnazione e l'ordinanza di sgombero, adottati dal dirigente comunale competente sulla base di accertamenti idonei a dimostrare l'abbandono dell'alloggio per oltre tre mesi continuativi, sono legittimi e non possono essere annullati per difetto di motivazione o di competenza dell'organo emanante.