Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18047 del 11 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:18047PEN

Massima

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Il legittimo esercizio del diritto di proprietà non esclude la possibilità di prospettare una contestazione in sede civile di tale diritto, purché ciò avvenga senza l'utilizzo di espressioni o condotte idonee a integrare il reato di minaccia. Pertanto, le mere prospettazioni di apertura di un contenzioso civilistico, anche se accompagnate da riferimenti all'allontanamento della controparte e ai disagi conseguenti a una lite giudiziaria, non integrano il reato di minaccia, in assenza di un intento intimidatorio chiaramente manifestato. Analogamente, la presenza di contraddizioni nelle dichiarazioni delle parti offese e dei testimoni, tali da non consentire una ricostruzione certa degli episodi contestati, legittima l'assoluzione dell'imputato dal reato di minaccia, in applicazione del principio di ragionevole dubbio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. ZAZA Car - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

quale parte civile nel procedimento nei confronti di:

1. (OMISSIS), nata a (OMISSIS);

2. (OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza dell'11/03/2009 della Corte d'Appello di Trieste;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona de…

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