Il diniego di concessione demaniale marittima è legittimo espressione del potere discrezionale dell'amministrazione, che può valutare tutti gli interessi pubblici specifici insorgenti dalla dimensione territoriale del bene, purché la decisione negativa sia motivata adducendo elementi concreti ritenuti, all'esito di apposito accertamento istruttorio, ostativi all'invocato uso particolare del bene pubblico. In particolare, l'amministrazione può considerare la mancata regolarizzazione di opere edilizie abusive realizzate dal medesimo soggetto in area privata ricadente entro la fascia dei 30 metri dal limite demaniale marittimo, in quanto ciò depone a sfavore dell'affidabilità dell'aspirante concessionario, nonché l'occupazione senza titolo dell'area demaniale antistante l'esercizio commerciale, quali elementi idonei a giustificare il diniego della concessione richiesta. Il provvedimento del commissario ad acta, adottato in sostituzione dell'amministrazione rimasta inerte nell'adozione di un nuovo provvedimento a seguito di un ordine di riesame, costituisce una nuova determinazione che ha sostituito, privandola di effetti, la precedente, rendendo improcedibile per sopravvenuta carenza d'interesse il ricorso introduttivo. I provvedimenti del commissario ad acta, siano essi adottati quale ausiliario del giudice o come sostituto dell'amministrazione, devono essere impugnati tramite reclamo, quale mezzo tipico e unico di impugnazione.