Il rifiuto di fornire le proprie generalità a un pubblico ufficiale che ne faccia richiesta, ai sensi dell'art. 651 c.p., integra il reato di rifiuto di fornire le proprie generalità, anche qualora il soggetto non abbia compreso la qualifica del richiedente, purché quest'ultimo si sia qualificato e abbia esibito il proprio tesserino di riconoscimento. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato, può fondare la propria decisione sulla deposizione testimoniale che attesti l'avvenuta qualificazione del pubblico ufficiale, senza che ciò comporti una violazione del diritto di difesa dell'imputato. L'impugnazione avverso la sentenza di condanna per tale reato, se proposta da un difensore non iscritto nell'albo speciale dei cassazionisti, è inammissibile, in quanto l'art. 613 c.p.p. richiede tale requisito per la sottoscrizione del ricorso per cassazione, anche nel caso in cui l'impugnazione sia stata erroneamente qualificata come appello. Inoltre, il ricorso per cassazione è inammissibile laddove si risolva in una mera richiesta di rivalutazione delle risultanze processuali, senza dedurre specifici vizi della sentenza impugnata.