Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26233 del 7 luglio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:26233PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la capacità di intendere e di volere dell'imputato al momento del fatto, non è vincolato acriticamente alle conclusioni peritali, ma deve compiere un esame complessivo delle risultanze istruttorie, considerando anche gli elementi di contesto antecedenti e successivi all'azione delittuosa. Ai fini dell'esclusione o della sola parziale incidenza del disturbo di personalità sull'imputabilità, non è sufficiente la mera presenza di anomalie caratteriali o deviazioni del carattere, essendo necessario che il disturbo abbia raggiunto una particolare intensità e gravità, tale da incidere in modo rilevante sui processi cognitivi e volitivi dell'agente. Nell'operare il giudizio di bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti, il giudice di merito gode di ampio potere discrezionale, dovendo valutare complessivamente i diversi elementi di gravità e di attenuazione, senza essere vincolato a un automatico riconoscimento della prevalenza delle attenuanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI PAOLA Sergio - Presidente

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. PERROTTI Massi - rel. Consigliere

Dott. MINUTILLO TURTUR Marzia - Consigliere

Dott. CERSOSIMO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa in data 17/7/2020 dalla Corte di appello di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere PERROTTI Massimo;
lette le conclusioni scritte trasmesse dal Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott.ssa ((omissis)), che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso;
lette le conclusioni scritte trasmesse a mezzo pec dal difensore de…

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