Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11248 del 13 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:11248PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274 lett. c) c.p.p., deve essere valutato in concreto in relazione alla personalità di ciascun indagato, al contributo già fornito all'associazione criminosa e alle condotte contestate, senza che sia sufficiente il mero riferimento generico alla gravità dei fatti o ai precedenti penali. La motivazione deve dare conto in modo specifico e non apodittico delle ragioni per le quali, in relazione a ciascun indagato, sussiste il concreto pericolo di reiterazione del reato, individuando altresì le misure cautelari più idonee a scongiurare tale pericolo, anche in forma diversa dalla custodia cautelare in carcere. La valutazione delle esigenze cautelari non può fondarsi su una mera presunzione di pericolosità derivante dalla partecipazione all'associazione criminosa, ma richiede un'analisi puntuale della posizione di ciascun indagato e del suo specifico contributo all'attività delittuosa, al fine di determinare la misura cautelare più adeguata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO PRESSO TRIBUNALE DI LUCCA;

Nei confronti di:

1) PA. AN. , N. IL (OMESSO);

2) DI. VE. AN. , N. IL (OMESSO);

3) SA. MI. , N. IL (OMESSO);

4) GI. DA. , N. IL (OMESSO);

5) FR. DA. , N. IL (OMESSO);

6) MO. AD. AL. , N. IL (OMESSO);

7) PU. LO. , N. IL (OMESSO);

8) BI. GA. , N. IL (OMESSO);

9) VA. AN. , N. IL (OMESSO);…

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