Cassazione penale Sez. I sentenza n. 22360 del 28 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:22360PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso può essere provata attraverso elementi convergenti, quali l'appartenenza dell'indagato al gruppo criminale, la percezione di uno stipendio mensile per i servizi resi all'organizzazione, la persistenza dei rapporti con i capi del clan e l'indicazione del nominativo dell'indagato in documenti sequestrati contenenti l'organigramma dell'associazione, anche in assenza di dichiarazioni dirette dei collaboratori di giustizia, purché questi ultimi siano addentro agli affari del clan e abbiano conoscenza diretta della posizione dell'indagato all'interno dell'organizzazione. Tali elementi, se convergenti e dotati di sufficiente capacità dimostrativa, sono idonei a fondare un giudizio di responsabilità per il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, anche in assenza di una pregressa condanna per il medesimo reato, in quanto espressivi della perdurante appartenenza dell'indagato al sodalizio criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SA. BR. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 15/10/2008 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAVALLO ALDO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. D'((omissis)), il quale ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

1. Con ordinanza in data 16.10.2008 il Tribunale di Napoli, costituito ai sensi dell'articolo 309 c.p.p., ha respinto la richi…

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