Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 29232 del 26 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:29232PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale sussiste anche quando la condotta dell'agente, pur non essendo diretta a impedire o ostacolare direttamente l'attività del pubblico ufficiale, si riveli comunque concretamente idonea a interferire con il regolare espletamento dei suoi compiti istituzionali, come nel caso di comportamenti autolesionistici o ritorsivi finalizzati a intralciare l'operato del pubblico ufficiale. Ciò in quanto anche la cosiddetta "violenza impropria", consistente in una indiretta opposizione all'attività del pubblico ufficiale, rientra nella fattispecie del reato di resistenza. Inoltre, la valutazione circa la concessione delle circostanze attenuanti generiche è rimessa alla discrezionalità del giudice di merito, il cui apprezzamento non è sindacabile in sede di legittimità se sorretto da adeguata motivazione in relazione alle modalità della condotta e alla personalità dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CH. Di. Ro. Ma. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 17/04/2008 della Corte di Appello di Bologna;

esaminati gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DEC…

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