Cassazione penale Sez. VI ordinanza n. 42526 del 5 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:42526PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale di cui all'art. 337 c.p., è tenuto a verificare non solo la condotta materiale posta in essere dall'imputato, ma anche il suo elemento soggettivo, accertando in particolare se egli abbia agito con la consapevolezza e volontà di opporsi all'attività legittima del pubblico ufficiale. Pertanto, l'assoluzione per insussistenza del reato è legittima qualora il giudice, sulla base di una motivazione adeguata e immune da vizi logici, ritenga che la condotta dell'imputato, pur essendo materialmente riconducibile agli estremi della resistenza, sia stata priva dell'elemento psicologico richiesto dalla fattispecie incriminatrice. In tali ipotesi, il giudice di legittimità non può sindacare nel merito le valutazioni compiute dal giudice di merito, se non in presenza di vizi logici o contraddittori nella motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI BOLOGNA;

nei confronti di:

1) BE. AL. LO. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2061/2008 TRIBUNALE di RIMINI, del 05/11/2008;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LINA MATERA.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

Che il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Bologna ha proposto ricorso immediato per cassazione avverso la sentenza emessa in data 6.11.200…

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