Il reato di riciclaggio si configura quando l'agente, consapevole della provenienza delittuosa di denaro, beni o altre utilità, pone in essere condotte idonee a ostacolare l'identificazione della loro origine illecita, anche attraverso operazioni che risultino formalmente tracciabili, purché siano in concreto tali da rendere difficile l'accertamento della provenienza criminosa. L'elemento soggettivo del reato può essere integrato anche dal dolo eventuale, quando l'agente si rappresenti la concreta possibilità, accettandone il rischio, della provenienza delittuosa del denaro ricevuto ed investito. Ai fini dell'affermazione di responsabilità per il delitto di riciclaggio, non è necessario l'accertamento della esatta tipologia del delitto non colposo presupposto e l'identificazione del soggetto passivo, essendo sufficiente la prova logica della provenienza delittuosa delle utilità oggetto delle operazioni compiute. La confisca per equivalente ex art. 648-quater c.p. può essere disposta anche in relazione a beni di proprietà di terzi, purché l'agente ne abbia la disponibilità, anche per interposta persona, e la misura non risulti sproporzionata rispetto al valore del bene confiscato.