Cassazione penale Sez. I sentenza n. 35425 del 11 agosto 2014

ECLI:IT:CASS:2014:35425PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La valutazione dell'imputabilità e della capacità di intendere e di volere dell'imputato, anche in presenza di ridotte capacità cognitive e di disturbi della personalità, rientra nell'ambito della discrezionalità del giudice di merito, il cui apprezzamento è incensurabile in sede di legittimità se adeguatamente motivato sulla base degli elementi probatori acquisiti, senza che possa configurarsi un vizio parziale di mente ai sensi della giurisprudenza di legittimità, ove i disturbi psichici non abbiano una tale profondità e pervasività da integrare un'infermità mentale rilevante. Analogamente, il diniego delle attenuanti generiche e della provocazione, nonché la determinazione della pena, rientrano nella valutazione discrezionale del giudice di merito, sindacabile in sede di legittimità solo per manifesta illogicità o contraddittorietà della motivazione, non essendo consentita una sostituzione della valutazione di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - rel. Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - Consigliere

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) - nato a (OMISSIS);

Avverso la sentenza n. 18/2012 della Corte d'assise d'appello di Firenze in data 30.01.2013;

Visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Umberto ZAMPETTI;

Udite le conclusioni del P.G. Dott. Gabriele MAZZOTTA che ha richiesto volersi dichiarare l'inammissibilita' del ricorso;

Nessuno essendo com…

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