Cassazione penale Sez. V sentenza n. 7327 del 20 febbraio 2004

ECLI:IT:CASS:2004:7327PEN

Massima

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L'aggravante di cui all'art. 61 n. 2 c.p., concernente l'elemento intenzionale del reato, ha natura soggettiva e si applica per il solo fatto che l'agente commetta un reato allo scopo di eseguirne, occultarne o conseguire il profitto di un altro, anche se in concorso formale, senza che assuma rilievo la mancata consumazione del reato-fine, ovvero la sua improcedibilità, in quanto la condotta effettivamente realizzata è di per sé sufficiente ad integrare gli estremi della circostanza aggravante, mentre la mancanza di una condizione di procedibilità per il reato-fine è irrilevante ai fini della ravvisabilità dell'aggravante in relazione al reato-strumentale. Pertanto, l'aggravante di cui all'art. 61 n. 2 c.p. può trovare applicazione anche quando il reato-fine (come l'ingiuria) non sia procedibile per difetto di querela, purché risulti accertato che tale reato-fine è stato compiutamente realizzato, essendo sufficiente che la condotta dell'agente sia stata connotata da modalità tali da giustificare e rendere concettualmente compatibile che le lesioni siano state volute per assegnare alla ingiuria particolare offensività. Inoltre, il danneggiamento aggravato è configurabile quando risulti provata, oltre alla condotta materiale di danneggiamento, anche l'intenzionalità della condotta diretta ad esprimere disprezzo per il ruolo istituzionale della persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
QUINTA SEZIONE PENALE
Composta dagli Ill.mi Sigg.:
Foscarini Bruno Presidente
Providenti Francesco - Consigliere
Lattanzi Giorgio - Consigliere
Marini Pier Francesco - Consigliere
Colonnese Andrea - Consigliere
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) Al. Ma. n. il (...),
avverso Sentenza del 08/11/2002 Corte Appello di Catanzaro.
visti gli atti, la sentenza ed il procedimento;
udita in Pubblica Udienza la relazione fatta dal Consigliere Marini Pier Francesco;
udito il Procuratore Generale in persona del dott. Antonio Gialanella che ha concluso per il rigetto del ricorso.
LA CORTE OSSERVA
Al. Ma. ricorre per cassazione, a mezzo del proprio difensore, avverso la sentenza 8.11.2002. con la quale la Corte di Appello di Catanzaro ha confermato la di lui condanna alla pena (sospesa) di mesi 9 di reclusione, emessa nei suoi confron…

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