Il vincolo di inedificabilità assoluta di cui all'art. 23, comma 10, della legge regionale n. 37/1985, relativo alla fascia di 150 metri dalla battigia, è direttamente applicabile nei confronti dei privati, indipendentemente dalla sua previsione negli strumenti urbanistici, in quanto norma di carattere immediatamente precettivo, come chiarito dalla giurisprudenza. Pertanto, le opere edilizie realizzate in violazione di tale vincolo, anche se di modeste dimensioni e qualificate come pertinenziali, non possono essere sanate mediante il rilascio di titoli abilitativi in sanatoria, in quanto il diniego dell'amministrazione comunale risulta pienamente legittimo. Ciò vale anche nel caso in cui l'istanza di sanatoria sia stata presentata decorso un lungo periodo di tempo dal compimento dell'abuso, atteso che in materia di repressione degli illeciti edilizi non è necessaria la previa comunicazione di avvio del procedimento e il ritardo nell'adozione del provvedimento di demolizione non incide sulla sua legittimità. Inoltre, il meccanismo del silenzio-assenso previsto dall'art. 35 della legge n. 47/1985 non opera quando l'intervento sia stato realizzato in zona sottoposta a vincolo assoluto di inedificabilità.