Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11162 del 30 marzo 2006

ECLI:IT:CASS:2006:11162PEN

Massima

Massima ufficiale
La sopravvenuta abrogazione, ad opera dell'art. 9 L. n. 46 del 2006, dell'art. 577 c.p.p., relativo al potere della persona offesa costituita parte civile di impugnare, anche agli effetti penali, le sentenze per i reati di ingiuria e diffamazione, non determina l'inammissibilità delle impugnazioni proposte prima dell'entrata in vigore della norma abrogatrice, in assenza di una disciplina transitoria che ne preveda la retroattività in deroga al generale principio tempus regit actum, secondo cui il giudizio di validità degli atti deve riferirsi alla legge vigente al momento della loro emanazione e non a quello, successivo, di produzione degli effetti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

In nome del Popolo Italiano

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

Sezione quinta penale

Composta dai Signori:

dott. ((omissis)) -Presidente

dott. ((omissis)) - Consigliere
dott. M. ((omissis)) - Consigliere

dott. ((omissis)) - Consigliere

dott. ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA


sul ricorso proposto dal difensore della parte civile Gi.Ni., nata il (...) a La. avverso la sentenza pronunciata il 22.11.2004 dalla Corte d'appello di Palermo, nei confronti degli imputati Ca.Ca., nato il (...) ad Ag., Gi.De., nato il (...) ad Ag., An.Ra., nato il (...) ad Ag..

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita la relazione fatta dal consigliere M. ((omissis));

Udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annul…

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