Il reato di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento di minori mediante riduzione in stato di soggezione continuativa e costrizione all'accattonaggio e al furto sussiste quando vi sia un vincolo associativo stabile tra più soggetti, un programma criminoso condiviso e una struttura organizzativa ben individuata, che si sostituisca completamente all'autorità genitoriale, assoggettando i minori a violenze, sevizie e privazioni della libertà personale, al fine di sfruttarne le attività delittuose a proprio profitto. La responsabilità penale di ciascun associato è ravvisabile in presenza di una consapevole e volontaria partecipazione all'associazione, anche attraverso condotte di coordinamento, gestione e protezione dell'attività criminosa, nonché di contatto e assistenza nei confronti dei minori sfruttati, a prescindere dall'esecuzione materiale dei singoli reati-fine. La motivazione della sentenza che accerti tali elementi, sulla base di una valutazione complessiva e sinergica del materiale probatorio, è immune da vizi logici e non può essere sindacata in sede di legittimità, salvo macroscopiche evidenze di travisamento della prova.